Guidebook for Olbia

Alessio
Guidebook for Olbia

Food Scene

La città di Olbia si affaccia sul suo spettacolare golfo dominato dall’isola di Tavolara ed è il principale punto di arrivo turistico del nord Sardegna. Con il suo porto ed aeroporto internazionale, le bellezze paesaggistiche e naturalistiche del suo territorio, la sua storia e tradizioni, la sua offerta di turismo attivo Olbia è una città moderna e antica allo stesso tempo, saprà offrirvi delle esperienze indimenticabili. La Cucina Miele, carne, pesce, essenze e profumi di terra. Figlia dei prodotti della Gallura, dunque della vecchia cultura contadina e pastorale che faceva della carne e dei formaggi un binomio inevitabile: capretto al mirto, zuppa gallurese e mazza frissa (semolino fritto che somiglia molto alla panna alla fine della sua preparazione), erano questi i piatti dei vecchi. Una cucina semplice e senza fronzoli, influenzata dalle provenienze e dalle abitudini alimentari delle genti che abitavano Olbia. Accanto alla carne, ai formaggi e ai dolci, si può ben affermare che esista una tipicità locale rispetto alla più classica cucina sarda dell’interno. Dal mare deriva una tradizione alimentare arricchita da piatti semplici ma gustosi, frutto dell’antica cucina dei pescatori. I ricci di mare adornano e abbelliscono con le loro uova le migliori pastasciutte dei ristoranti di Olbia; possono essere apprezzati anche crudi in alcune piccole trattorie nelle vie della città vecchia. L’altro sapore collegato al mare è senza dubbio la bottarga, o uova di muggine. La bottarga un condimento a tratti agro a tratti gradevolissimo, spesso compagno di grandi paste; può essere consumata anche da sola, o con un po’ di sedano, come dovizioso contorno o antipasto, ed è ormai richiesta da tutti i visitatori che scoprono Olbia. Le ortiadas sono un altro antipasto di mare sfizioso: frittura di anemoni o attinie passate nella semola e nell’olio di rosmarino. L’ennesimo tuffo inevitabile nella cucina locale poi costituito dai mitili: cozze e ostriche, coltivate in tutto il golfo, sono un riferimento fisso nei piatti tutto l’anno. Cozze gratinate, cozze crude, semplicemente arricchite con limone, e cozze bollite, secondo la tradizione della mitilicoltura introdotta dai primi coltivatori tarantini alla fine dell’Ottocento. Altro piatto tradizionale nella cucina olbiese la burrida: gattuccio lessato e condito con salsa a base di fegatini di pesce. Un’impostazione casereccia, quella che abbiamo seguito finora, ma che non fa trascurare cibi ben più elaborati, quali spigole ed orate, zuppe di pesce e una seria frequentazione sui crostacei come cicale, aragoste e capre di mare. Chiusura con gli impagabili dolci al miele come le seadas, le tiliccas e le copulettas. I VINI I vini che accompagnano il buon mangiare olbiese sono ovviamente quelli delle cantine circostanti, prodotti dalle viti della piana e dell’agro olbiese, ma anche dai dintorni di Monti, Tempio e Berchidda. Il Vermentino di Gallura D.O.C.G. è il principe dei vini galluresi, si presenta con un colore giallo paglierino intenso e luminosi riflessi oro, intensi e raffinati profumi di frutta matura a polpa bianca, ginestra, erbe aromatiche. In bocca offre sensazioni di densa morbidezza e fresca acidità con finale di calde note minerali. Proveniente dalla penisola iberica, è arrivato in Sardegna attraverso la Corsica alla fine del 1800 e dai terreni di disfacimento granitico della Gallura, in cui ha trovato il suo habitat ideale, si è poi diffuso in tutta l’isola, dove attualmente occupa una superficie di circa 4.300 ettari. Il Vermentino coltivato in Gallura dà un vino di grande personalità che non trova riscontro con altri vini italiani ed esteri che pure portano lo stesso nome. Il Vermentino di Gallura D.O.C.G. è tutelato dal Consorzio di tutela Vermentino di Gallura e da un preciso disciplinare di produzione. Incontrare il Vermentino è facile, basta visitare le pregiate aziende vitivinicole del territorio, tra le quali annoveriamo le Tenute Olbios, la Cantina Pedres, la Cantina Murales, i Vigneti Zanatta, le Cantina delle Vigne di Piero Mancini, le Cantine Animas. L’enogastronomia tradizionale è molto ben rappresentata nelle tante sagre e feste che animano la Gallura durante i mesi estivi, scopritela anche nei numerosi locali e ristoranti.
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Olbia
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La città di Olbia si affaccia sul suo spettacolare golfo dominato dall’isola di Tavolara ed è il principale punto di arrivo turistico del nord Sardegna. Con il suo porto ed aeroporto internazionale, le bellezze paesaggistiche e naturalistiche del suo territorio, la sua storia e tradizioni, la sua offerta di turismo attivo Olbia è una città moderna e antica allo stesso tempo, saprà offrirvi delle esperienze indimenticabili. La Cucina Miele, carne, pesce, essenze e profumi di terra. Figlia dei prodotti della Gallura, dunque della vecchia cultura contadina e pastorale che faceva della carne e dei formaggi un binomio inevitabile: capretto al mirto, zuppa gallurese e mazza frissa (semolino fritto che somiglia molto alla panna alla fine della sua preparazione), erano questi i piatti dei vecchi. Una cucina semplice e senza fronzoli, influenzata dalle provenienze e dalle abitudini alimentari delle genti che abitavano Olbia. Accanto alla carne, ai formaggi e ai dolci, si può ben affermare che esista una tipicità locale rispetto alla più classica cucina sarda dell’interno. Dal mare deriva una tradizione alimentare arricchita da piatti semplici ma gustosi, frutto dell’antica cucina dei pescatori. I ricci di mare adornano e abbelliscono con le loro uova le migliori pastasciutte dei ristoranti di Olbia; possono essere apprezzati anche crudi in alcune piccole trattorie nelle vie della città vecchia. L’altro sapore collegato al mare è senza dubbio la bottarga, o uova di muggine. La bottarga un condimento a tratti agro a tratti gradevolissimo, spesso compagno di grandi paste; può essere consumata anche da sola, o con un po’ di sedano, come dovizioso contorno o antipasto, ed è ormai richiesta da tutti i visitatori che scoprono Olbia. Le ortiadas sono un altro antipasto di mare sfizioso: frittura di anemoni o attinie passate nella semola e nell’olio di rosmarino. L’ennesimo tuffo inevitabile nella cucina locale poi costituito dai mitili: cozze e ostriche, coltivate in tutto il golfo, sono un riferimento fisso nei piatti tutto l’anno. Cozze gratinate, cozze crude, semplicemente arricchite con limone, e cozze bollite, secondo la tradizione della mitilicoltura introdotta dai primi coltivatori tarantini alla fine dell’Ottocento. Altro piatto tradizionale nella cucina olbiese la burrida: gattuccio lessato e condito con salsa a base di fegatini di pesce. Un’impostazione casereccia, quella che abbiamo seguito finora, ma che non fa trascurare cibi ben più elaborati, quali spigole ed orate, zuppe di pesce e una seria frequentazione sui crostacei come cicale, aragoste e capre di mare. Chiusura con gli impagabili dolci al miele come le seadas, le tiliccas e le copulettas. I VINI I vini che accompagnano il buon mangiare olbiese sono ovviamente quelli delle cantine circostanti, prodotti dalle viti della piana e dell’agro olbiese, ma anche dai dintorni di Monti, Tempio e Berchidda. Il Vermentino di Gallura D.O.C.G. è il principe dei vini galluresi, si presenta con un colore giallo paglierino intenso e luminosi riflessi oro, intensi e raffinati profumi di frutta matura a polpa bianca, ginestra, erbe aromatiche. In bocca offre sensazioni di densa morbidezza e fresca acidità con finale di calde note minerali. Proveniente dalla penisola iberica, è arrivato in Sardegna attraverso la Corsica alla fine del 1800 e dai terreni di disfacimento granitico della Gallura, in cui ha trovato il suo habitat ideale, si è poi diffuso in tutta l’isola, dove attualmente occupa una superficie di circa 4.300 ettari. Il Vermentino coltivato in Gallura dà un vino di grande personalità che non trova riscontro con altri vini italiani ed esteri che pure portano lo stesso nome. Il Vermentino di Gallura D.O.C.G. è tutelato dal Consorzio di tutela Vermentino di Gallura e da un preciso disciplinare di produzione. Incontrare il Vermentino è facile, basta visitare le pregiate aziende vitivinicole del territorio, tra le quali annoveriamo le Tenute Olbios, la Cantina Pedres, la Cantina Murales, i Vigneti Zanatta, le Cantina delle Vigne di Piero Mancini, le Cantine Animas. L’enogastronomia tradizionale è molto ben rappresentata nelle tante sagre e feste che animano la Gallura durante i mesi estivi, scopritela anche nei numerosi locali e ristoranti.

Visite turistiche

La chiesa romanica di San Simplicio, ex cattedrale del Giudicato di Gallura, è probabilmente il monumento più importante della Gallura ed è intitolata al culto di Simplicio, patrono della città di Olbia e della Gallura, per la tradizione cristiana martire sotto le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Costruita interamente in granito, è oggi inglobata nel pieno centro cittadino, circondata da un piazzale dove si notano diverse pietre miliari romane. L’edificio fu eretto in tre periodi distinti, con tecnica costruttiva mista di conci di granito e mattoni: i muri perimetrali, l’abside ed i pilastri sono da ascrivere alla seconda metà del XI secolo, mentre nei primi decenni del XII furono completate la copertura e sopraelevazione dei muri delle arcate laterali. Nel decennio successivo fu portato a compimento la copertura e la realizzazione della facciata. La chiesa evidenzia la formazione toscana di progettisti e maestranze, con originali soluzioni, prima fra tutte l’abside orientato verso occidente. La chiesa originariamente sorgeva all’esterno dell’antica città medioevale, il cui nome era Terranova, circondata da un ampio cimitero utilizzato precedentemente fin dal IV secolo a. C. (età punica). L’interno è a tre navate, spartite da sette pilastri e cinque colonne. Nel presbiterio si trova l’antica statua di San Simplicio, pregevole scultura di legno dorato risalente al ‘600. Sono inoltre presenti tre antichi affreschi rappresentanti altrettanti Santi Vescovi. L’area su cui sorge la chiesa cela precedenti fasi di culto extraurbano, prima forse fenicio poi greco, punico, romano e paleocristiano, come dimostra il sito archeologico della Necropoli di San Simplicio, visitabile nel sottosuolo della piazza antistante.
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聖辛普利奧
Piazza San Simplicio
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La chiesa romanica di San Simplicio, ex cattedrale del Giudicato di Gallura, è probabilmente il monumento più importante della Gallura ed è intitolata al culto di Simplicio, patrono della città di Olbia e della Gallura, per la tradizione cristiana martire sotto le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Costruita interamente in granito, è oggi inglobata nel pieno centro cittadino, circondata da un piazzale dove si notano diverse pietre miliari romane. L’edificio fu eretto in tre periodi distinti, con tecnica costruttiva mista di conci di granito e mattoni: i muri perimetrali, l’abside ed i pilastri sono da ascrivere alla seconda metà del XI secolo, mentre nei primi decenni del XII furono completate la copertura e sopraelevazione dei muri delle arcate laterali. Nel decennio successivo fu portato a compimento la copertura e la realizzazione della facciata. La chiesa evidenzia la formazione toscana di progettisti e maestranze, con originali soluzioni, prima fra tutte l’abside orientato verso occidente. La chiesa originariamente sorgeva all’esterno dell’antica città medioevale, il cui nome era Terranova, circondata da un ampio cimitero utilizzato precedentemente fin dal IV secolo a. C. (età punica). L’interno è a tre navate, spartite da sette pilastri e cinque colonne. Nel presbiterio si trova l’antica statua di San Simplicio, pregevole scultura di legno dorato risalente al ‘600. Sono inoltre presenti tre antichi affreschi rappresentanti altrettanti Santi Vescovi. L’area su cui sorge la chiesa cela precedenti fasi di culto extraurbano, prima forse fenicio poi greco, punico, romano e paleocristiano, come dimostra il sito archeologico della Necropoli di San Simplicio, visitabile nel sottosuolo della piazza antistante.
La Chiesa di San Paolo Apostolo sorge su un’altura del centro storico di Olbia, nell’area dove in epoca romana si trovava un tempio dedicato con ogni probabilità alla divinità Melkart-Ercole. L’impianto attualmente visibile si fa comunemente risalire alla metà del XVIII secolo, come dimostrerebbe un’epigrafe su un arcone interno che riporta l’anno 1747. Nel 1939 l’edificio venne ampliato: la pianta della chiesa divenne a croce latina e fu costruita una cupola sormontata da lanterne e rivestita di maioliche policrome, oggi icona della città. All’interno dell’edificio sono presenti due statue lignee del Settecento dedicate al Sacro Cuore e a San Francesco, l’altare maggiore, costruito interamente in marmo, e il pulpito ligneo in stile veneziano. Le pareti sono affrescate con dipinti rappresentanti la Via Crucis, mentre la sacrestia custodisce degli oggetti d’arte in argento: un’aureola e dei sandali dell’Assunta, risalenti al Seicento. Secondo le indagini archeologiche, probabilmente già nelle fasi fenicia e greca della città e nelle successive epoche punica e romana, in quest’area sorgeva un santuario dedicato al culto del dio fenicio e punico Melqart, ovvero l’Eracle dei Greci e l’Ercole dei Romani. La testa della statua di Ercole esposta al Museo archeologico di Olbia è una copia, risalente all’età romana, della statua del culto del santuario.
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Church of St. Paul the Apostle
3 Piazza Civitas
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La Chiesa di San Paolo Apostolo sorge su un’altura del centro storico di Olbia, nell’area dove in epoca romana si trovava un tempio dedicato con ogni probabilità alla divinità Melkart-Ercole. L’impianto attualmente visibile si fa comunemente risalire alla metà del XVIII secolo, come dimostrerebbe un’epigrafe su un arcone interno che riporta l’anno 1747. Nel 1939 l’edificio venne ampliato: la pianta della chiesa divenne a croce latina e fu costruita una cupola sormontata da lanterne e rivestita di maioliche policrome, oggi icona della città. All’interno dell’edificio sono presenti due statue lignee del Settecento dedicate al Sacro Cuore e a San Francesco, l’altare maggiore, costruito interamente in marmo, e il pulpito ligneo in stile veneziano. Le pareti sono affrescate con dipinti rappresentanti la Via Crucis, mentre la sacrestia custodisce degli oggetti d’arte in argento: un’aureola e dei sandali dell’Assunta, risalenti al Seicento. Secondo le indagini archeologiche, probabilmente già nelle fasi fenicia e greca della città e nelle successive epoche punica e romana, in quest’area sorgeva un santuario dedicato al culto del dio fenicio e punico Melqart, ovvero l’Eracle dei Greci e l’Ercole dei Romani. La testa della statua di Ercole esposta al Museo archeologico di Olbia è una copia, risalente all’età romana, della statua del culto del santuario.
L’area archeologica Tempio Necropoli di San Simplicio custodisce parte dello scavo archeologico eseguito in occasione dei lavori di riqualificazione dello spazio antistante la Basilica di San Simplicio. Lo scavo, che ha restituito circa 450 tombe di et romana databili dal 200 a.C. al 300 d.C., rappresenta una stratificazione di fasi di culto extraurbano e necropoli che attraversa i primi 2000 anni della storia della città di Olbia, dalla sua nascita con i Fenici fino al Medioevo. Il sito archeologico di assoluto rilievo, fornisce una testimonianza tangibile di Olbia antica, che va ad affiancare l’esposizione di reperti del Museo archeologico; la sua unicità è legata al fatto che si tratta di un sito integrato nella sovrapposizione della città moderna sull’abitato antico e la sua necropoli.
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Necropoli di San Simplicio
Via Gabriele d'Annunzio
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L’area archeologica Tempio Necropoli di San Simplicio custodisce parte dello scavo archeologico eseguito in occasione dei lavori di riqualificazione dello spazio antistante la Basilica di San Simplicio. Lo scavo, che ha restituito circa 450 tombe di et romana databili dal 200 a.C. al 300 d.C., rappresenta una stratificazione di fasi di culto extraurbano e necropoli che attraversa i primi 2000 anni della storia della città di Olbia, dalla sua nascita con i Fenici fino al Medioevo. Il sito archeologico di assoluto rilievo, fornisce una testimonianza tangibile di Olbia antica, che va ad affiancare l’esposizione di reperti del Museo archeologico; la sua unicità è legata al fatto che si tratta di un sito integrato nella sovrapposizione della città moderna sull’abitato antico e la sua necropoli.
L’ Area Marina Protetta interessa la costa della Sardegna nord-orientale, da Capo Ceraso fino a Cala Finocchio, e comprende le isole di Tavolara, Molara e Molarotto. Circa 15.000 ettari di mare sottoposti a protezione per il valore naturalistico degli ambienti marini ed insulari e per il livello di conservazione delle praterie di Posidonia oceanica, delle spugne policrome e dell’ittiofauna.
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塔沃拉拉 - 蓬塔科達卡瓦洛海洋保護區
1 Via Goffredo Mameli
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L’ Area Marina Protetta interessa la costa della Sardegna nord-orientale, da Capo Ceraso fino a Cala Finocchio, e comprende le isole di Tavolara, Molara e Molarotto. Circa 15.000 ettari di mare sottoposti a protezione per il valore naturalistico degli ambienti marini ed insulari e per il livello di conservazione delle praterie di Posidonia oceanica, delle spugne policrome e dell’ittiofauna.
Il Parco Fausto Noce è il polmone verde della città. Si tratta di 18 ettari di verde situati proprio al centro della città. Famiglie e sportivi amano trascorrere il proprio tempo libero qui. Panchine, area giochi, percorsi sportivi, fontane, piante e fiori della macchia mediterranea. Con gli anni il parco è diventato un vero e proprio paradiso. Al suo Interno si trovano anche dei campi di tennis, di calcio, di pallavolo, di baseball, un piccolo anfiteatro e una bocciofila. All’interno dell’anfiteatro si tengono spesso concerti e manifestazioni. Il Parco è dotato di 8 ingressi.
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法斯托諾切公園
Via Gabriele d'Annunzio
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Il Parco Fausto Noce è il polmone verde della città. Si tratta di 18 ettari di verde situati proprio al centro della città. Famiglie e sportivi amano trascorrere il proprio tempo libero qui. Panchine, area giochi, percorsi sportivi, fontane, piante e fiori della macchia mediterranea. Con gli anni il parco è diventato un vero e proprio paradiso. Al suo Interno si trovano anche dei campi di tennis, di calcio, di pallavolo, di baseball, un piccolo anfiteatro e una bocciofila. All’interno dell’anfiteatro si tengono spesso concerti e manifestazioni. Il Parco è dotato di 8 ingressi.
Il Lungomare Presidente Francesco Cossiga è una delle attrazioni turistiche della città e offre svago e sport all’aria aperta. Provate le installazioni ginniche “JungleTree”, godetevi una bibita rinfrescante ai tavolini dei bar all’aperto e ammirate il panorama della città affacciata sul Golfo.
Lungomare di Olbia
25 Via Redipuglia
Il Lungomare Presidente Francesco Cossiga è una delle attrazioni turistiche della città e offre svago e sport all’aria aperta. Provate le installazioni ginniche “JungleTree”, godetevi una bibita rinfrescante ai tavolini dei bar all’aperto e ammirate il panorama della città affacciata sul Golfo.
Nota anche col nome di “La Playa”, è il lido prediletto degli olbiesi. È formata da una sabbia molto fine e bianca e si presenta come una grande mezzaluna. Nelle vicinanze vi sono hotel e case vacanza e sulla spiaggia concessioni balneari e ristoranti che offrono tutti i servizi.
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Spiaggia Di Pittulongu
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Nota anche col nome di “La Playa”, è il lido prediletto degli olbiesi. È formata da una sabbia molto fine e bianca e si presenta come una grande mezzaluna. Nelle vicinanze vi sono hotel e case vacanza e sulla spiaggia concessioni balneari e ristoranti che offrono tutti i servizi.
Situata al confine col comune di Golfo Aranci, la spiaggia di Bados presenta un arenile ampio, con una sabbia molto fine dalle tonalità grigio ocra. I bassi fondali sabbiosi rendono questa spiaggia particolarmente adatta alla balneazione e ai giochi dei bambini. Nelle vicinanze vi sono numerose case vacanza e sulla spiaggia diverse concessioni balneari che offrono tutti i servizi.
Località Bados
Località Bados
Situata al confine col comune di Golfo Aranci, la spiaggia di Bados presenta un arenile ampio, con una sabbia molto fine dalle tonalità grigio ocra. I bassi fondali sabbiosi rendono questa spiaggia particolarmente adatta alla balneazione e ai giochi dei bambini. Nelle vicinanze vi sono numerose case vacanza e sulla spiaggia diverse concessioni balneari che offrono tutti i servizi.

Offerta gastronomica

Via Tempio, 3 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 0789 27110 www.facebook.com/AnticasLicanzias.Olbia Specialità: cucina sarda, prodotti tipici
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Anticas Licanzias
12 Via Tigellio
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Via Tempio, 3 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 0789 27110 www.facebook.com/AnticasLicanzias.Olbia Specialità: cucina sarda, prodotti tipici
Via Mameli, 50 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 340 3830176 www.pizzeriadadinolbia.it
8 當地人推薦
Pizzeria Dadino
50 Via Goffredo Mameli
8 當地人推薦
Via Mameli, 50 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 340 3830176 www.pizzeriadadinolbia.it
IL BISTRÒ Piazza Brigata Sassari – Olbia Zona: Semicentrale Tel. +39 366 3412121 www.facebook.com/Il-Bistr
Il Bistro'
Piazza Brigata Sassari
IL BISTRÒ Piazza Brigata Sassari – Olbia Zona: Semicentrale Tel. +39 366 3412121 www.facebook.com/Il-Bistr
PIPERITA PATTY Via Garibaldi, 56/L – Olbia Zona: Centro Tel.+39 320 9206964 www.facebook.com/PiperitaPatty
7 當地人推薦
Piperita Patty
56 Via Giuseppe Garibaldi
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PIPERITA PATTY Via Garibaldi, 56/L – Olbia Zona: Centro Tel.+39 320 9206964 www.facebook.com/PiperitaPatty
MURUALVATA Via Muru Alvata, 1 – San Pantaleo Zona: San Pantaleo Tel. +39 347 6838332 www.agriturismomurualvata.it
Agriturismo Murualvata
1 Via Mura Alvata
MURUALVATA Via Muru Alvata, 1 – San Pantaleo Zona: San Pantaleo Tel. +39 347 6838332 www.agriturismomurualvata.it
DISIGIOS Via Olbia, 42 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 392 6401427 www.disigios.com
Disigios Percorsi Di Gusto
42 Via Olbia
DISIGIOS Via Olbia, 42 – Olbia Zona: Centro Tel. +39 392 6401427 www.disigios.com

Informazioni sulla città/località

A diciotto chilometri da Olbia c’è un altro mondo, si chiama San Pantaleo; a pochi passi dalla Costa Smeralda salendo lungo le colline di Milmegghju all’improvviso appare il paese incorniciato dai picchi di granito (Sant’Andrea, Pelchia Manna e Pelchia Minori), dominando su un versante la strada per “Monti di Mola” (l’attuale Costa Smeralda) e sull’altro la strada Arzachena – Baja Sardinia. Gli stazzi punteggiano quest’area ricca di acqua e boschi, sulla direttrice della vecchia strada romana fra Olbia e Tibula; le sorgenti rappresentano una delle attrattive del villaggio e anticamente la zona era detta “Le fonti di Beddoro” e costituiva un’oasi di benessere e vita salubre in un punto poco battuto, quasi deserto. Il paese nasce grazie all’iniziativa degli abitanti degli stazzi nei dintorni: nel 1894 chiesero al vescovo di Tempio la creazione di un punto di riferimento religioso e sociale: la chiesa fu eretta nel 1903, dove si trova ancora oggi. A pochi metri sopravvivono anche i resti dell’antico cimitero, ora abbandonato. Malgrado ne sia geograficamente staccata, la storia di San Pantaleo è sempre collegata a quella delle spiagge smeraldine di Portisco, Rena Bianca, Razza di Juncu. A partire dagli anni Settanta un gruppo di artisti e pittori ha popolato il villaggio, attratto dalla sua atmosfera fuori dal tempo e assolutamente informale, lontana dalla mondanità della Costa. Pittori, decoratori e scultori arrivati da tutta Europa hanno fatto nascere a San Pantaleo una sorta di bohème. Accanto agli stranieri è attivo anche un gruppo di artigiani galluresi, ricercatissimi per i loro manufatti, realizzati in materiali essenziali: legno, ferro battuto, terracotta e ceramica. I pezzi unici di questi artigiani locali sono andati ad arredare le ville dei dintorni, ma sono anche un acquisto ambito dai turisti che arrivano d’estate. Il soggiorno nel villaggio è gradevole tutto l’anno e la zona è ricca di eventi, ad esempio le feste campestri dedicate ai santi protettori: Pantaleo, San Salvatore nel vicino abitato di Monti Canaglia, San Martino che si celebra sul monte di Cugnana, San Michele e infine Santa Chiara. Il villaggio negli ultimi anni è al centro di un boom edilizio e immobiliare, grazie alla la qualità della vita, le tradizioni, la posizione strategica aiutano a capire il successo della destinazione, ma da soli non possono spiegare tutta la fortuna del paesino. DA MAGGIO AD OTTOBRE OGNI GIOVEDI’ MATTINA MERCATINO DEGLI ARTISTI
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San Pantaleo
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A diciotto chilometri da Olbia c’è un altro mondo, si chiama San Pantaleo; a pochi passi dalla Costa Smeralda salendo lungo le colline di Milmegghju all’improvviso appare il paese incorniciato dai picchi di granito (Sant’Andrea, Pelchia Manna e Pelchia Minori), dominando su un versante la strada per “Monti di Mola” (l’attuale Costa Smeralda) e sull’altro la strada Arzachena – Baja Sardinia. Gli stazzi punteggiano quest’area ricca di acqua e boschi, sulla direttrice della vecchia strada romana fra Olbia e Tibula; le sorgenti rappresentano una delle attrattive del villaggio e anticamente la zona era detta “Le fonti di Beddoro” e costituiva un’oasi di benessere e vita salubre in un punto poco battuto, quasi deserto. Il paese nasce grazie all’iniziativa degli abitanti degli stazzi nei dintorni: nel 1894 chiesero al vescovo di Tempio la creazione di un punto di riferimento religioso e sociale: la chiesa fu eretta nel 1903, dove si trova ancora oggi. A pochi metri sopravvivono anche i resti dell’antico cimitero, ora abbandonato. Malgrado ne sia geograficamente staccata, la storia di San Pantaleo è sempre collegata a quella delle spiagge smeraldine di Portisco, Rena Bianca, Razza di Juncu. A partire dagli anni Settanta un gruppo di artisti e pittori ha popolato il villaggio, attratto dalla sua atmosfera fuori dal tempo e assolutamente informale, lontana dalla mondanità della Costa. Pittori, decoratori e scultori arrivati da tutta Europa hanno fatto nascere a San Pantaleo una sorta di bohème. Accanto agli stranieri è attivo anche un gruppo di artigiani galluresi, ricercatissimi per i loro manufatti, realizzati in materiali essenziali: legno, ferro battuto, terracotta e ceramica. I pezzi unici di questi artigiani locali sono andati ad arredare le ville dei dintorni, ma sono anche un acquisto ambito dai turisti che arrivano d’estate. Il soggiorno nel villaggio è gradevole tutto l’anno e la zona è ricca di eventi, ad esempio le feste campestri dedicate ai santi protettori: Pantaleo, San Salvatore nel vicino abitato di Monti Canaglia, San Martino che si celebra sul monte di Cugnana, San Michele e infine Santa Chiara. Il villaggio negli ultimi anni è al centro di un boom edilizio e immobiliare, grazie alla la qualità della vita, le tradizioni, la posizione strategica aiutano a capire il successo della destinazione, ma da soli non possono spiegare tutta la fortuna del paesino. DA MAGGIO AD OTTOBRE OGNI GIOVEDI’ MATTINA MERCATINO DEGLI ARTISTI
Porto Rotondo è una delle più importanti realtà del turismo nazionale e internazionale, punta di diamante della Gallura. 500 ettari di territorio tra i golfi di Cugnana e di Marinella, con punto di riferimento l’attrezzatissimo porto turistico da 652 posti barca. I residenti in inverno sono circa un migliaio ed in estate la popolazione arriva a 30 mila abitanti nelle ville, nella case multiproprietà, nei residence che si sono sviluppati attorno a un nucleo iniziale del borgo risalente al 1964, nato grazie all’impulso di un gruppo di imprenditori guidati dai veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose. L’arte e l’architettura hanno una fondamentale importanza per Porto Rotondo, vero museo a cielo aperto ispirato a Venezia e raccolto attorno ai suoi vicoletti che conducono alla Piazzetta San Marco. Da vedere la Chiesa di San Lorenzo, il Teatro Mario Ceroli, Via del Molo e Via Belli (La Catena Alimentare di Emanuel Chapalain), Piazza San Marco, la passeggiata della marina, lo Yacht Club, la Torre Punica, le meravigliose spiagge. Ricco di fascino e di occasioni di svago, Porto Rotondo è considerato uno dei luoghi più ‘in’ della Sardegna e di tutta Italia: meta di vacanza di personaggi famosi, dell’alta finanza e dello spettacolo.
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Porto Rotondo
Via Porto Rotondo
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Porto Rotondo è una delle più importanti realtà del turismo nazionale e internazionale, punta di diamante della Gallura. 500 ettari di territorio tra i golfi di Cugnana e di Marinella, con punto di riferimento l’attrezzatissimo porto turistico da 652 posti barca. I residenti in inverno sono circa un migliaio ed in estate la popolazione arriva a 30 mila abitanti nelle ville, nella case multiproprietà, nei residence che si sono sviluppati attorno a un nucleo iniziale del borgo risalente al 1964, nato grazie all’impulso di un gruppo di imprenditori guidati dai veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose. L’arte e l’architettura hanno una fondamentale importanza per Porto Rotondo, vero museo a cielo aperto ispirato a Venezia e raccolto attorno ai suoi vicoletti che conducono alla Piazzetta San Marco. Da vedere la Chiesa di San Lorenzo, il Teatro Mario Ceroli, Via del Molo e Via Belli (La Catena Alimentare di Emanuel Chapalain), Piazza San Marco, la passeggiata della marina, lo Yacht Club, la Torre Punica, le meravigliose spiagge. Ricco di fascino e di occasioni di svago, Porto Rotondo è considerato uno dei luoghi più ‘in’ della Sardegna e di tutta Italia: meta di vacanza di personaggi famosi, dell’alta finanza e dello spettacolo.